La Danza del ventre....una tradizione antichissima

La danza orientale, come tutte le danze tradizionali, affonda le sue radici nelle funzioni rituali-religiose del periodo pre-Islamico, come il rito mesopotamico legato alla figura della Grande Madre, durante il quale venivano pronunciate preghiere ed invocata la fertilità tanto della terra quanto delle donne. Queste danze rituali avevano luogo generalmente durante cerimonie comuni, per rivolgere preghiere a divinità e forze naturali e per impetrarne i favori. Alcuni credono che nasca come danza della fertilità, la fertilità della terra e delle donne.
 
Anche l’atto sessuale e la capacità di procreare furono rappresentati con questa danza, con i movimenti del bacino che veniva fato ruotare, oscillare e sussultare. E’ una danza che si fonda sulla conoscenza di tutto il corpo e sull’attività di tutti i muscoli che lo muovono. Si basa su di una perfetta consapevolezza del legame tra mente e corpo e genera in chi la pratica condizioni psicologiche che influiscono positivamente sull’organismo, tanto da poter essere utilizzata come una vera e propria terapia per alcuni disturbi fisici.
 
La danza del ventre unisce un profondo ed innato sentimento con la capacità di esprimere le sottigliezze della musica attraverso una grande tecnica. L’improvvisazione regna sovrana ed è incredibilmente emozionante osservare i musicisti e coloro che ballano entusiasmarsi a vicenda.
 
Attraverso i secoli la Danza Egizia si evolve, allontanandosi dal rito propiziatorio originario, legato alle varie divinità quali Isis, Ishtar, Venere, cambiando la sua funzione da scopo socio-religioso a forma di intrattenimento intesa dapprima come momento di intimità tra donne, poi come divertimento per se e per gli altri. Le antiche danze rituali vennero arricchite e perfezionate e si diffuse cosi la consuetudine di ingaggiare musicisti e danzatori in occasione di feste e cerimonie. Nei paesi arabi, ancora oggi, è di consuetudine chiedere la partecipazione delle danzatrici del ventre in occasione dei matrimoni affinché l’unione degli sposi venga benedetta da una numerosa prole!
 
Il termine “danza del ventre” fu coniato dai viaggiatori occidentali che si recavano in oriente nel XIX secolo. Le prime volte che videro le danzatrici orientali esibirsi essi furono talmente impressionati dai movimenti isolati dell’addome e del bacino che cominciarono a chiamarla “danza del ventre”. In Francia prese il nome di “dance du ventre”, in America di “belly dance”, in Grecia di “cifte telli” (che è anche il nome di un ritmo turco), in Turchia di “rakkase” ed in Egitto di “raqs sharqi”. Tuttavia in Egitto, nella definizione di questa danza, si distingue tra “Raqs Baladi” e “Raqs Sharqi”. Con il primo termine si indica il tipo di danza che eseguono le donne, i bambini e le danzatrici meno istruite nelle feste familiari e di strada.
 
E’ la danza del popolo e ne rispecchia lo spirito. In essa trovano espressione al contempo la gioia di vivere, la malinconia ed il dolore. Il secondo termine tradotto alla lettera significa “danza dell’Est o danza orientale” in contrapposizione alle danze occidentali dette “Raqs Garbi”. In linea di massima il raqs sharqi si balla con gli stessi movimenti del raqs baladi solo più raffinati e con un repertorio più vasto ed un livello artistico più alto.
 
L’interesse occidentale verso questa insolita danza si venne a sviluppare intorno ai primi dell’800 grazie al grande interesse verso la riscoperta degli antichi splendori del Popolo dei Faraoni!
 
Badia MasabniIl primo grande locale di musica tradizionale egiziana, chiamato “Casino Opera” , fu realizzato al Cairo nel 1926 ad opera di Badia Masabni, la “madre” della danza orientale. Questa danzatrice, di origine libanese, elaborò per prima la sequenza coreografica nella danza che fino ad allora si basava sulla libera improvvisazione delle singole danzatrici. Mentre risale al 1956 la nascita della prima Compagnia Folcloristica dell’Egitto, la leggendaria “Reda Troup” il cui fondatore è appunto Mahmoud Reda.
 
Confinata per un certo periodo nel cabaret dal gusto del colonialismo occidentale, la danza orientale araba ha ripreso il suo ruolo riproponendosi come arte popolare attraverso l’impegno che alcune grandi artiste hanno profuso nello studio della tradizione di tale tecnica raffinatissima basata sulla separazione dei movimenti, tanto che non solo il ventre, ma il collo, le mani, le spalle, le anche, gli sguardi e persino i capelli sono elementi fondamentali dell’interpretazione artistica.
 
Danzatrici superbe quali Taheya Carioca, Samiya Gamal, Nadia Jamal e Nagwa Fuad seppero far uscire la danza del ventre dagli stereotipi imposti dall’occidente e utilizzati in esecuzioni ambigue, restituendo a questa antichissima espressione il suo valore e promuovendola come disciplina artistica attraverso la fondazione di accademie di ballo che la nobilitassero e la mettessero finalmente a livello di tutte le altre danze.